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Coordinamento Ricercatori Precari – RNRP Ferrara
Università di Ferrara
Palazzo Trotti Mosti - Corso Ercole I° d'Este n. 37
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Alla cortese attenzione del Magnifico Rettore dell’Università di Ferrara
Chiar.mo Prof. Patrizio Bianchi

E p.c. agli Amplissimi Presidi di Facoltà dell’Università di Ferrara

LORO SEDI




Proposta di confronto programmatico circa il reclutamento del personale di ricerca.

Il coordinamento dei ricercatori precari dell’Università di Ferrara ha condotto in questi ultimi anni un serrato confronto con le forze di Governo, nella convinzione che in assenza di una seria politica di valorizzazione delle risorse umane è impossibile incidere sulla qualità del sistema dell’alta formazione del nostro Paese. Il coordinamento ha quindi incontrato il ministro Fabio Mussi, presso la sede del MIUR, al fine di sottolineare l’improrogabilità di una immissione straordinaria di nuovi ricercatori nelle università e nei centri di ricerca italiani e la necessità di procedure trasparenti per assicurare il reclutamento delle competenze necessarie al sistema. Il nostro sistema universitario si è infatti rivelato inadeguato a sostenere un livello di ricerca e di didattica “europeo” principalmente a causa del sottodimensionamento dell’organico, con un numero di ricercatori pari al 2,8 ogni mille abitanti contro la media europea del 4,4 per mille. Ricercatori che l’Europa raccomanda, tramite la Carta Europea, di assicurare stabilmente alla istituzione deputata alla ricerca, come presupposto fondamentale per una ricerca libera e di qualità.

Anche a livello regionale è fortemente percepita la necessità di puntare su un massiccio reclutamento di nuovi ricercatori per non incorrere nel grave errore di affermare la centralità della ricerca per lo sviluppo e slegarla poi dalle competenze necessarie per svolgerla. In una delibera della assemblea legislativa dello scorso 24 ottobre, la Regione Emilia Romagna ha indicato nei ricercatori precari che già operano nelle università della regione, il prezioso bacino cui attingere per dotare stabilmente le università del territorio di competenze di ricerca qualificate ed irrinunciabili.

A Ferrara i ricercatori impiegati mediante contratti precari e poco tutelati sono oltre 400. Essi hanno garantito la copertura continuativa di attività di ricerca e didattica proprie dell’istituzione; tutto ciò senza alcuna possibilità di ricostruzione di carriera e con il rischio di vedere disperse, ad ogni scadenza di contratto, professionalità e competenze maturate mediante una costosissima preparazione a carico dell’intera società italiana. Il nostro Ateneo ha fatto massiccio ricorso di contratti a termine anche per il personale tecnico amministrativo (211 tra contratti TD e co.co.co nell’anno 2007) nonostante le funzioni ricoperte da tale personale siano proprie ed essenziali all’ordinario funzionamento della amministrazione.

Nonostante le contraddizioni emerse tra le azioni legislative promosse dal governo di centro-sinistra in materia di Università, due strumenti concreti sono stati apportati per inserire stabilmente nuovi ricercatori e nuovo personale TA negli atenei: l’assegnazione di un finanziamento straordinario per il reclutamento dei ricercatori [Legge n.176 del 25.10.2007; D.M. n. 565 del 14.11.2007; D.M. n. 620 del 30.11.2007]; e le norme per la stabilizzazione del personale tecnico amministrativo precario [Legge Finanziaria 2008 n. 244 24.12.2007]. A questi due provvedimenti si affianca quello che stabilisce l’abolizione dei fuori ruolo [D.L. 248 del 31.12.2007, art. 12 comma 2]. Il ministro non ha però vincolato al reclutamento di ricercatori il budget liberato dai fuori ruolo, lasciando alle singole amministrazioni l’autonomia di decidere come impiegare le risorse (in termini di budget e di punti organico) che ne deriveranno.

I 5,5 (arrotondati a 6) posti straordinari da ricercatore assegnati dal MIUR all’Università di Ferrara per l’anno 2007, sono stati cofinanziati con altrettanti posti su budget di Ateneo, così come previsto dal ministero stesso, e ripartiti tra le diverse facoltà nella seduta del senato accademico dello scorso 22 gennaio. Tuttavia, i posti straordinari previsti per il 2008 ed il 2009, nonché quelli ordinari che venissero banditi successivamente al 1 marzo 2008 sono stati congelati dalla legge “Milleproroghe” [D.L. n. 248 del 31.12.2007, convertito in L. n. 31 del 28.2.2008] che vincola ogni concorso per ricercatore al “regolamento dei concorsi per ricercatore di cui all'art. 1, comma 647, della legge 27 dicembre 2006, n. 296”, bocciato per ben due volte dalla Corte dei Conti, e quindi al momento inattuabile. Al contempo, lo stesso decreto ha riaperto i concorsi per professore associato e professore ordinario, con addirittura il ritorno alla doppia idoneità.

In attesa di un intervento necessario ed urgente che corregga l’inaccettabile blocco di tutti i concorsi da ricercatore operato dal decreto “Milleproroghe”, vi è il rischio concreto di un utilizzo esclusivo dei budget e dei punti organico, che si libereranno dai prossimi pensionamenti, per le progressioni di carriera. Rischio concreto da scongiurare con una programmazione attenta e lungimirante: il reclutamento è la chiave per impedire un rapido ed irreversibile impoverimento del territorio delle sue risorse umane di ricerca più qualificate e la risposta a quei giovani talenti che giustamente, dopo anni di studio e di ricerca, aspirano ad un ingresso in ruolo.

Il senato accademico dell’Università di Ferrara ha deliberato che dal mese di marzo solo 0,3 punti organico torneranno alle facoltà da ogni pensionamento, mentre i rimanenti punti organico e relativo budget torneranno all’amministrazione centrale. Diventa quindi prioritario definire criteri certi, trasparenti e condivisi sui quali basare una altrettanto trasparente programmazione dei prossimi posti a tempo indeterminato, sia su fondi straordinari che su budget derivati dai prossimi pensionamenti (inclusi quelli dei fuori ruolo), coinvolgendo, nella definizione dei criteri medesimi, i ricercatori precari che nel corso degli anni hanno reso sostenibile le attività di questo Ateneo.

Alla luce di tutto ciò affermiamo con forza la necessità di considerare la continuità temporale di rapporti di lavoro precario (assegni, borse di studio, co.co.co.) per la copertura sia di progetti di ricerca sia di corsi fondamentali di docenza, come principale criterio per individuare quei settori in cui le sofferenze di ricerca e di didattica rendano necessario il bando di nuovi posti da ricercatore.

I ricercatori precari dell’Università di Ferrara, di fronte al deprecabile assetto legislativo nazionale attuale, chiedono ufficialmente che l’Università di Ferrara nella persona del Rettore si renda strumento di diritto e progresso nei confronti dei lavoratori che per anni sono stati impiegati mediante contratti precari e poco tutelati. Al fine di avviarci verso una risoluzione, il coordinamento dei ricercatori precari


chiede


l’apertura di una rinnovata e permanente fase di confronto con gli Organi di Governo dell’Ateneo, da attuarsi già nell’ambito della programmazione triennale dei fabbisogni in tema di reclutamento del personale come previsto dalla Legge Finanziaria 2008, mediante la convocazione entro la fine del mese di marzo 2008 di un tavolo tra amministrazione e coordinamento dei ricercatori precari.



Ferrara, 21 Marzo 2008



Il Coordinamento dei Ricercatori Precari dell’Università di Ferrara
Nicola Lucchi (Dipartimento di Scienze Giuridiche), Nicoletta Onisto (Dipartimento Biologia ed Evoluzione), Nicola Perfetti (Dipartimento di Ingegneria), Marcella Ravaglia (Dipartimento di Chimica)